Asparagus officinalis L.(Liliaceae)
Nome volgare italiano: Asparago comune
Nome dialettale: “Sparaciu” (S. Giov. Gemini, Cammarata)
Descrizione e fenologia: è una pianta erbacea, con fusti eretti, glabri, ramosissimi.
Ha cladodi molli, lineari (0,2×10 mm.), acuti, lisci, in fascetti di 3×6 mm.; ha squame membranacee triangolari, di cui quelle alla base dei rami misurano 3×6 mm. e sono acute e brevemente speronate.
I fiori sono isolati o appaiati alla base dei rami; la pianta ha peduncoli capillari incurvati; il perigonio è biancastro (5 mm), a campanella, con 6 dentelli subpatenti; le antere misurano 1,5 mm. e sono lunghe circa quanto il filamento. Il frutto è una bacca sferica (6-7 mm.) rosso-scarlatta.
Fiorisce da maggio a giugno (PIGNATTI, 1982).
Distribuzione geografica ed habitat: secondo Valdes (in TUTIN et AI., 1980), la specie è diffusa nella maggior parte dell’Europa, sopratutto verso nord, in Irlanda e in Danimarca; ampiamente coltivata come ortaggio. Secondo Pignatti, in Italia la specie è diffusa in tutto il territorio, esclusa la Sardegna, anche se in molte zone inselvatichita. Cresce nei prati umidi e nelle paludi: viene coltivata negli orti ma è anche subspontanea, da 0 a 600 m.
In Sicilia la specie, secondo Lo Jacono-Pojero (1908), è rara.
Proprietà ed usi: asparagus officinalis viene utilizzato sopratutto come alimento, ma anche come pianta medicinale. In questo caso si usa in decotto (50-60 gr di radici per 1 l di acqua, da far bollire finché si dimezza) che può essere bevuto subito, oppure conservato per circa 8 gg. Al bisogno, un bicchiere al mattino, a digiuno, svolge azione diuretica.
Come alimento, le parti tenere si cuociono in padella con un pò d’acqua e un pò d’olio, quindi vi si versano le uova e si condiscono con sale e pepe. Si possono anche sbollentare in aceto-vino e conservare sott’olio, aggiungendo delle foglie di alloro, fiori di garofano e pepe.